7. Bibliografia

A. ARCHIVIO GIUSEPPE CAPIZZANO

Tutti i riferimenti riguardanti la vita,la formazione artistica,le opere e le relative documentazioni attestanti le informazioni in questo testo riportate sono state tratte dalla documentazione autografa di Achille Capizzano, e dai documenti ufficiali prodotti dalle varie personalità ed Enti,conservata in quaderni e, appunti e cartelle facenti parte dell’archivio personale del figlio Giuseppe Capizzano.

“CAPIZZANO “. Testo di Vincenzo Perugini
Edizione Luigi Pellegrini .Cosenza. Anno 1966

“ACHILLE CAPIZZANO 1907 – 1951
A cura di Maria Brunetti e Tonino Sicoli
Con testi di Enrico Crispolti e Alessandro Masi
Fratelli Palombi Editori Roma. Anno 1998

“ACHILLE CAPIZZANO” Arte Pubblica e Arte Privata
A cura di Tonino Sicoli e Massimo Di Stefano
Casa editrice Edimond Città di Castello PG .Anno 2010

“QUESTIONI POSTE DA UNA RILETTURA DELL’OPERA DI CAPIZZANO”
di Enrico Crispolti Anno 2003

“LUIGI MORETTI.RAZIONALISMOE TRASGRESSIVITA’TRA BAROCCO E INFORMALE” 
A cura di Bruno Reichlin e Letizia Tedeschi. ELECTA 2010.

MAON-MUSEO DELL’ARTE DELL’OTTO E NOVECENTO
Guida alle collezioni con testi di Tonino Sicoli e Roberto Sottile
Novembre 2012

MAON – LA COLLEZIONE  Arte del XX e XXI secolo e la Calabria
A cura di Bruno Corà e Tonino Sicoli.
Ottobre 2017, in occasione del ventennale del Centro d’arte A. Capizzano

IL COMPLESSO DEL FORO ITALICO
a cura di Paolo Pedinelli
Ministero per i Beni e per le Attività Culturali
Convegno "Fonti per per gli Archivi dello Sport"
25 Maggio 2004

B. RESTAURO DEL BOZZETTO "L'IMPERO"
a cura della Dott.ssa Stefania Montorsi
Venerdì 19 Aprile 2018, presso il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro in via San Michele 25 Roma (ex Carcere Femminile), è stata inaugurata, sotto il coordinamento della Dott.ssa Anna Milaneschi responsabile del Settore, una mostra su alcune opere d’arte recentemente restaurate presso l’Istituto medesimo. 

La mostra rimarrà aperta al pubblico fino alla fine del mese di maggio p.v. Le opere restaurate riguardano un ampio periodo storico/artistico che dal Medio Evo del Botticelli (vi è un tondo attribuito  alla sua Bottega) arriva al trascorso Novecento inserendo anche una significativa opera scultorea. 
Si tratta della statua di una Madonna recuperata tra le macerie del recente terremoto nella zona di Amatrice e pazientemente ricostruita riposizionando frammenti incredibilmente minuti accuratamente ricercati tra i cumuli delle macerie stesse. 

Nel contesto di una trentina di opere rimesse “in vita” da vari restauratori, occupa una posizione di notevole rilievo un grande bozzetto dell’artista calabrese Achille Capizzano intitolato “L’IMPERO”. 
Si tratta di tre segmenti verticali per una misurazione complessiva di 150 x270 cm, eseguita con tecnica di tempera su cartone. 

Con questo bozzetto Capizzano vinse nel 1941 il 1° Premio per la realizzazione di un’opera musiva gigantesca (18 x 38 mt) da inserire nell’interno del Palazzo dei Congressi in corso di ultimazione per l’Esposizione Universale di Roma del 1942. 
Di fatto nell’interno del Palazzo di forma quadrangolare dovevano essere realizzate altre tre opere musive di ugual misura dagli artisti Gentilini, Quaroni e Guerrini che costituivano il gruppo artistico vincitore del Concorso. 
Mentre si stava procedendo alla predisposizione di cartoni per la fase esecutiva, il sopraggiungere degli eventi bellici bloccò di fatto i lavori che così non vennero più eseguiti. 

I primi cartoni realizzati vennero purtroppo bruciati dagli sfollati, per riscaldarsi nella struttura dove avevano trovato riparo. 
I bozzetti di Capizzano vennero fortunatamente salvati e conservati presso l’Archivio Centrale dello Stato, per poi passare sotto la proprietà dell’Ente EUR. Nel 2015, una giovane laureanda presso la Facoltà del Restauro Dell’Università di Roma (Istituto che insiste sempre nella struttura dell’ex carcere femminile di Via San Michele 25) ebbe notizia dell’esistenza di questo bozzetto suddiviso in tre sezioni; riuscì ad averne una di queste che restaurò parzialmente visto il precario stato in cui si trovava tutta l’opera.

Fu questo il tema della sua tesi di laurea.

Si tratta della Dottoressa Stefania Montorsi che nella circostanza sostenne un esame brillante, ricco di nozioni professionali, mostrando una esperienza che sorprese tutti i membri della commissione,naturamente meritando il massimo dei voti e la lode.

Nello slancio di questo successo la neo-Dottoressa si prodigò per avere dall’Ente EUR la disponibilità degli altri due settori dell’opera , con l’obiettivo quindi provvedere al restauro generale della stessa.

Così avvenne ed ora il bozzetto,grazie all’impegno,alla determinazione ed alla bravura della Dottoressa Montorsi è ritornato al suo antico e stupendo splendore.

Finalmente è sopravvissuta almeno qualcosa di quella “damnatio mortis” che ha colpito molte opere eseguite dagli artisti che si sono succeduti nel secondo quarto dello scorso secolo.

Ovviamente anche le opere di Capizzano non si poterono sottrarre da questa nefanda realtà e numerose furono in Roma le sue opere ottenute dalla committenza pubblica che vennero “abrase” come soleva esprimersi al riguardo l’Architetto Moretti con il quale lo stesso Capizzano lavorò dal 1930 fino alla al 1951,anno della sua scomparsa.

Complimenti dunque alla Dottoressa Montorsi.

Ora si farà del tutto per conservare la grande opera in un luogo adeguato,con la dovuta protezione e per far si che possa resistere almeno finché il corso della natura lo vorrà.