4. Le Testimonianze

A. TESTIMONIANZE DEL PITTORE FRANCO GENTILINI

Incontrai Achille Capizzano a Roma, nel 19354, nello stesso Studio dell’Arch. Moretti. Simpatizzammo subito e di lì a poco diventammo ottimi amici. Ciò che mi incantò dal primo momento di Capizzano fu, oltre alla sua viva intelligenza, la modestia così apparente con la quale parlava del proprio lavoro, addirittura paradossale se confrontata ad una bravura di artista “all’antica” nel vero significato della parola. Perché Capizzano conosceva i segreti della tecnica disegnativa e pittorica anche come fatto artigianale e se fosse vissuto ad esempio nel 500 sarebbe certamente stato uno degli allievi prediletti di un Maestro dell’epoca, proprio in virtù della conoscenza artigianale delle cose dell’arte. Dapprincipio mi ostinai a rimproverargli questa sua modestia, che rappresentava una grossa remora al suo avvenire di artista. E chissà quante volte gli consigliai di firmare i numerosi bozzetti di architettura che i più noti architetti di quel tempo gli commissionavano.

Perché era facile a parecchi di costoro attribuirsene la paternità. Per sua fortuna, era possibile a chi fosse addentro alle cose dell’arte riconoscere come suoi quei bozzetti anonimi in virtù della tecnica inconfondibile delle sue composizioni architettoniche.

B. TESTIMONIANZE DELLO SCULTORE ALESSANDRO MONTELEONE

Nato nella stessa terra di Achille Capizzano e con la stessa vocazione, non posso non ricordare senza commozione l’uomo semplice, l’amico affettuoso, l’artista dotato.

Padrone di ogni esperienza tecnica, (come se fosse cresciuto nella bottega di un Maestro del Rinascimento) con una vena impetuosa, non priva di chiarezza e di rigore, ha allineato nella breve esistenza opere che ricordano la svelta e felice opera dell’artista maturo.

Capizzano, fermo nella volontà di restare nella grande tradizione dell’Arte che ha saputo dire tutto, e con i piedi puntati sugli aspetti della vita del nostro tempo, senza ricorrere alla negazione dell’uomo e di quanto è reale, egli operava.

Lasciava così ad altri il successo nel caos della moda dell’arte contemporanea dove ogni depravato di turno è facilmente coronato di alloro.

In questo clima possiamo collocare l’arte e l’opera di Capizzano; in questo clima egli compose gli ammirevoli cartoni per i mosaici del Palazzo dei Congressi all’EUR, lezione eloquente di modestia e di indiscusso valore.

Sono i testimoni della Sua stagione creativa, stroncata nel pieno rigoglio, e lo additano all’orgoglio della Sua e mia Calabria, per averlo avuto suo figlio.